giovedì 31 maggio 2012

Diego Zandel recensisce "Scatole Cinesi" sulla Gazzetta del Mezzogiorno

http://ladrodilibri.blogspot.com/2012/05/soti-triantafillou-tradotto-un-suo.html

SOTI TRIANTAFILLOU, TRADOTTO UN SUO ROMANZO IN ITALIA DA GIUSEPPINA DILILLO

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 31 – 5- 2012

Quattro stagioni per il detective Malone dell’autrice ellenica Soti Triantafillou
IL GROSSO GRASSO INTRIGO CINESE D’UNO SBIRRO AMERICANO (E GRECO)
Edito da Voland nella efficace traduzione della lucana Dilillo

di Diego Zandel

Il titolo: “Scatole cinesi”, e il sottotitolo: “Quattro stagioni per il detective Malone” di Soti Triantafillou, edito in Italia da Voland nella efficace traduzione della lucana Giuseppina Dilillo, lasciano sospettare che il romanzo, seppur scritto da una delle maggiori e più versatili scrittrici greche, non sia di ambientazione greca. E, infatti, fin dalla prima pagina ci si trova a New York, inizio anni Novanta, dove si svolgerà l’intera storia nell’arco di quattro stagioni, dall’estate alla primavera successiva. Non è un caso: l’autrice ha trascorso anni di studio e di lavoro negli Stati Uniti, dove ancora vive parte dell’anno, insegnando, titolare di varie docenze di cui  è significativa, alla luce di questo romanzo, quella di Storia del cinema, sul quale scrive anche su Athens Voice e Book Press.
Titolo e sottotitolo evidenziano anche che abbiamo a che fare con un giallo. Ebbene, la conoscenza dell’ambiente, della grande narrativa hard boiled e del cinema che ne è stato prodotto è tale da consentirle di manipolare, con un uso accorto dell’ironia, gli stereotipi, a cominciare dai nomi dei personaggi, in gran parte anch’essi cinematografici, restituendoci un’opera originale e divertente qual’è  “Scatole cinesi”.
Tutto qui richiama Chandler. L’investigatore privato Stuart Malone (stesso cognome del poliziotto de “Gli uomini preferiscono le bionde”), ex poliziotto caduto in disgrazia per il poco patriottismo dimostrato quando era soldato in Vietnam (“E chi sono io, eh? Jane Fonda?”), ma anche  perché faceva sempre di testa sua e non rispettava “le consuetudini della squadra”. Un isolato, insomma, con ufficio a Chinatown, fissato con gli oroscopi e l’erboristeria cinesi e il feng shui, che vive nella perpetua nostalgia della ex moglie Allison, che l’ha lasciato per sposare un macellaio e trasferirsi nel Connecticut: ormai era pervenuto alla conclusione che l’amore tra lui, nato nell’anno del bue, e Allison, lepre, non poteva durare. “Il bue presenta affinità solo con il serpente e il gallo. Al limite con il topo”. Malone così si barcamena alla meglio tra il bar di Jake, con il quale filosofeggia bevendo whisky, e il negozio di erbe medicinali del vecchio saggio cinese Ki-Young, che gli risponde col silenzio o quasi. Per fortuna ha una segretaria, Deni Lamour, che si presterà ad alcune ricerche, rivelatesi poi pericolose, di un certo Hank Cassidy, la cui scomparsa Malone cerca di interpretarla con la numerologia cinese, che Deni “considerava roba da dissennati”, se non altro perché “i numeri significavano qualcosa nel cantonese e il contrario nel mandarino e Ki-Young interpretava i sogni in un modo che si scontrava con la logica comune”. Non manca  la rivalità con i poliziotti  dei due distretti a maggior densità criminale (Rudolf Giuliani deve ancora arrivare a mettere ordine) in cui Malone ha l’ufficio, cioè il 5°  di Chinatown e il 41° del South Bronx, “noto  come Fort Apache”. Quanto ai nomi dei poliziotti, sono O’Hara, Savini,  Manzanira, Bullock. Una rivalità che poi non mancherà di dare prova di collaborazione quando l’intraprendete Deni Lamour, scoperta la fine di Cassidy, si troverà  invischiata in una ambigua storia d’amore con un tipo appartenente a una banda di nazisti del Nebraska, chiamata “Pugni a martello”, il cui capo è un certo Doctor Strangekiss il quale “in un’adunanza patriottica aveva dichiarato, tra le altre cose, che starsene al sole per abbronzarsi era tradimento contro la razza bianca, la sporca abitudine dell’abbronzatura era una conseguenza della cospirazione ebraica”. Gente ridicola, usa a riti celtici, ma verso la quale l’autrice pur usando tutta la sua ironia, non manca di evidenziare il carattere pericoloso. Si verrà, infatti, a sapere che sono stati loro a uccidere Cassidy, mentre Deni Lamour, che vuole sapere troppo, rischia di fare la stessa fine. E sarà questa a scuotere finalmente Malone dal torpore, e fargli dare una svolta alle indagini. E all’amore (con i giusti segni zodiacali).
                                                                                  Diego Zandel
       
Soti Triantafillou, Scatole cinesi, Voland, pag. 211, €. 14,00      

mercoledì 2 maggio 2012

Scatole cinesi di Soti Triantafillou


Triantafillou Soti  
Scatole cinesi. 

Quattro stagioni per il detective Malone
traduzione di 
Giuseppina Dilillo 
edizioni Voland 
 


È un anno nero per il detective privato Stuart Malone, ex poliziotto e fanatico di oroscopo e filosofia cinese. Oltre a fare i conti con i propri fallimenti sentimentali è chiamato dalla polizia di New York per risolvere una misteriosa serie di omicidi accomunati da un indecifrabile tatuaggio sui corpi delle vittime. Tra rimedi orientali, feng shui, biscotti della fortuna e coincidenze astrali, il pigro Malone tenta di venire a capo del difficile caso e della propria vita.


EAN 978-88-6243-106-4
pp. 224
Formato Grande
aprile 2012