sabato 26 marzo 2011

Sono anch'io da sempre una migrante clandestina di Stella Pasvani Fourtouni

SEGUE TRADUZIONE MIA IN ITALIANO:

Είμαι πάντα μια παράνομη μετανάστρια
Ημερομηνία δημοσίευσης στην εφημερίδα Αυγή: 20/03/2011


ΤΗΣ ΣΤΕΛΛΑΣ ΠΑΣΒΑΝΗ - ΦΟΥΡΤΟΥΝΗ*

Το 1942, όταν οι Γερμανοί κυνηγούσαν τους γονείς μου και η πείνα θέριζε, μας πήρε η μητέρα μου, τρία μικρά παιδιά, και σε μια ψαρόβαρκα, μαζί με άλλους κατατρεγμένους, φύγαμε κρυφά από την Ικαρία για την Τουρκία. Αλλόθρησκοι εμείς πηγαίναμε σε αλλόθρησκη χώρα με πεινασμένο και εχθρικό λαό. Η προκατάληψη και ο λογικός φόβος για το τι μας περίμενε διαπερνούσε κι εμάς, τα παιδιά. Όταν η βάρκα έφτασε νύχτα σε κάποιον ερημικό κάβο απέναντι, δεν ξέραμε αν είχαμε σωθεί ή αν μας περίμεναν τα χειρότερα.

Ένας Τούρκος βοσκός μάς περιμάζεψε και μας οδήγησε παράνομα σε μια κοντινή κωμόπολη, τα Αλάτσατα, και από 'κεί μας μετέφεραν στον Τσεσμέ. Σε λίγες μέρες αρρώστησα βαριά από οξείς ρευματισμούς και σώθηκα χάρη στο πείσμα ενός νεαρού Τούρκου γιατρού, που πάλεψε με τα μέσα της εποχής και ξα
γρυπνούσε μαζί με τη μάνα μου στο νοσοκομείο του Τσεσμέ.

Αυτή ήταν η πρώτη ανατροπή στην παιδική μου φαντασία για τους Τούρκους εχθρούς.

Η δεύτερη ανατροπή ήρθε μετά από λίγους μήνες, όταν πια είχαν προωθήσει τους πρόσφυγες -έτσι τους έλεγαν τότε- στην Αιθιοπία. Εκεί έμαθα τα πρώτα μου γράμματα, εκεί έμαθα ότι ο αράπης δεν τρώει τα παιδιά, εκεί έμαθα ότι μπορούσα να παίζω μαζί με τα μαύρα παιδιά στους χωματόδρομους της Αντίς Αμπέμπα.

Τώρα, κάθε φορά που ακούω για βάρκες που βουλιάζουν στη θάλασσα του Αιγαίου, για ανθρώπους που πνίγονται, κάθε φορά που ακούω για παράνομους μετανάστες, δεν μπορώ να μη σκέφτομαι ότι είμαι κι εγώ μια παράνομη μετανάστρια.

Ξέρω ότι δεν είναι ίδιες ούτε οι εποχές ούτε οι περιστάσεις. Είναι όμως πάντα ίδιες η απελπισία και η ελπίδα.

* Η Στέλλα Πασβάνη γεννήθηκε στην Ικαρία. Στα χρόνια του
πολέμου, με τη μητέρα της και τις αδελφές της, έφυγε ως πρόσφυγας στην Τουρκία και μετά στη Μέση Ανατολή και στην Αιθιοπία. Μετά τον Εμφύλιο οργανώθηκε στην αριστερά μέσα από τις γραμμές της νεολαίας ΕΔΑ και των Λαμπράκηδων. Είναι παντρεμένη με τον Μανώλη Φουρτούνη, έχει δύο παιδιά και μια εγγονή. Μοιράζει τη ζωή της ανάμεσα στην Αθήνα και την Κέφαλο της Κω.


Sono anch'io, da sempre, una migrante clandestina

DI STELLA PASVANI - FOURTOUNI*

Nel 1942, quando i Tedeschi perseguitavano i miei genitori e la fame mieteva vittime, mia madre prese me e le mie sorelle, tre bambine piccole, e insieme ad altri perseguitati scappammo via di nascosto dall'isola di Ikaria con un piccolo peschereccio diretti verso la Turchia. Di religione diversa, noi, andavamo in un paese di ancora un'altra religione, con una popolazione affamata e per di più nostra nemica. Il pregiudizio e la ragionevole paura su cosa ci dovessimo aspettare angosciava anche noi bambini. Quando la barca arrivò di notte in un qualche punto remoto delle coste di fronte, non sapevamo se eravamo in salvo o se ci aspettava un destino ancor peggiore.

Un pastore turco ci raccolse e clandestinamente ci portò nella vicina cittadina di Alatsata; da lì poi ci portarono a Tsesmè. Dopo pochi giorni mi ammalai gravemente per una crisi acuta di reumatismi e sono stata salvata grazie alla testardaggine di un giovane medico turco che, con i pochi mezzi dell'epoca a sua disposizione, vegliava su di me insieme a mia madre nell'ospedale di Tsesmè.

Questa è stata la prima grossa smentita nella mia fantasia di bambina sui nemici turchi.

La seconda smentita giunse pochi mesi più tardi, quando ormai avevano cominciato a mandare i profughi - così si chiamavano allora - in Etiopia. Lì ho imparato l'abbiccì, lì ho imparato che i negri non mangiano i bambini, lì ho capito che potevo giocare con i bambini neri nelle strade polverose di Addis Abeba.

Ora, ogni volta che sento parlare di barche che affondano nel mar Egeo, di uomini che annegano, ogni volta che sento parlare di migranti clandestini, non riesco ad evitare il pensiero che sono anch'io una migrante.

So bene che né i tempi, né le circostanze sono le stesse. Ma rimangono sempre uguali la disperazione e la speranza.

* Stella Pasvani è nata a Ikaria. All'epoca della seconda guerra mondiale, con sua madre e le sue sorelle è fuggita come profuga in Turchia e poi in Medio Oriente e infine in Etiopia. Dopo la Guerra Civile [greca] si è unita alla sinistra tramite l'EDA (Sinistra Democratica Unitaria) e tramite i sostenitori di Gregoris Lambrakis. E' sposata con Manolis Fourtounis, poeta, traduttore, da cui ha avuto due figli. Divide la sua vita tra Atene e il villaggio di origine di Manolis, Kefalos, sull'isola di Kos.


4 commenti:

Massimo Caccia ha detto...

Veramente bella la tua sfavola. Una storia che riassume le storie di tanti, anche di coloro che si dimenticano delle loro origini e che sono soliti estirpare le radici che li ancorano ad una terra per poi aggrapparsi ad assurdi campanilismi.

LaZia ha detto...

grazie per il tuo commento, Massimo. Sì, è una storia davvero bella questa qui della signora Stella, che conosco personalmente. Questa sua testimonianza, è stata pubblicata su uno dei maggiori quotidiani greci, ma poi ha fatto il giro di infiniti blog e e-magazine. Fa piacere vedere che almeno ogni tanto si riesce a stimolare un po' quel senso di umanità che dovrebbe invece essere la costante della nostra quotidianità!!

cloudsinthemirror ha detto...

Bella storia anche se credo che ci sia in mezzo un po' di sentimentalismo in piu'.

E successo parecchie volte ai greci delle isole vicino Turchia non rivolgersi alla mamma grecia -per questioni di salute ecc- bensi' alla nemica turchia!

Secondo me questa e' piu' una favola che una sfavola:)

LaZia ha detto...

@clouds,
forse tu trovi il punto nel fatto che la (ex) bambina (ora matura signora) viene salvata da un "nemico" turco e poi gioca felice con gli altri bimbi greci e africani insieme.
Il mio punto, io lo trovo in quei profughi che per motivi politici abbandonavano la propria casa per andare verso l'ignoto, là dove "non sapevamo se eravamo in salvo o se ci aspettava un destino ancor peggiore"

:-)