lunedì 13 ottobre 2008

Χρήστος Θηβαίος

Nicola Piovani ha dato un concerto, un unico, in Grecia, il 17 settembre scorso


Ma sul palco c'era anche Christos Thivaios

che ha cantato sotto la direzione di Piovani.

Thivaios è un cantautore greco, è nato nel 1963, si è laureato in Filosofia all'Università di Bologna e stava già quasi per concludere il suo dottorato di ricerca quando ha deciso di rientrare in Grecia e dedicarsi in modo esclusivo alla musica. Certo aveva già avuto esperienze musicali precedenti, insieme ad altri amici aveva fondato il gruppo i
Συνήθεις Ύποπτοι , ("Soliti sospetti") ma i tempi erano maturi perché ognuno dei componenti continuasse la propria strada in modo libero e indipendente. Dopo due o tre CD con i "soliti sospetti", ha cominciato a "incidere" da solo (ma... per i cd, si dice ancora "incidere"? mah!) .

Mi è capitato di ascoltare una sua prima canzone una volta in TV (quella greca). La TV si guardava da sola, io ero di là, ma a un tratto ho sentito le note della bellissima Disamistade di Fabrizio de Andrè, ma... ma le parole erano in greco. E' stata un'enorme sorpresa per me, sono corsa nel primo ciddidaio che ho incontrato e mi sono coprata il cd che la conteneva.

Le sorprese non si limitavano a Disamistade tradotta molto bene in greco da Christos con il titolo Έχθρα : nello stesso cd intitolato "Μόνο νερό στην ρίζα" "Solo acqua sulle radici" ci sono anche la traduzione di Dolcenera (Μαύρο μαργαριτάρι) sempre di Fabrizio, la cover di "Carte da decifrare" (Η τράπουλα) di Ιvano Fossati e ancora un'altra canzone, liberamente tratta dal libro di Erri de Luca,
Ora Prima. (Πρώτη ώρα). Ma tutto il cd tutto è molto molto bello (e forse per me rimane IL più bello, i successivi non mi prendono così tanto come questo).
Comunque, all'istante decido di essere una fan di Christos.:-)

Quest'estate ho potuto assistere a un suo concerto, qui a Kos (incredibile eh? ma vero! quasi quasi mi vien da cantare: qualche concerto senza pretese lo abbiamo anche noi qui in paese ;-).

Il concerto non è stato granché, anche perché sul palco si avvicendavano quattro artisti, quindi il tempo per ognuno era ovviamente molto limitato e anche la scelta dei pezzi forse era condizionata dalla presenza degli altri. Ma dopo il concerto, come una ragazzina sciocca (ma coerente con il ruolo di fan!), sono corsa dietro il palco per ramassare un autografo... beh, non ho ramassato solo quello, anzi, l'autografo non l'ho preso neanche...

Dietro il palco ho trovato un Christos disponibile, aperto, affabile, sorpreso di trovare "un'italiana" in quel di Kos, abbiamo parlato parecchio (tutto è relativo) di Fabrizio, di Erri, di Piovani, e mi ha dato il suo indirizzo e il numero di telefonino per tenerci in contatto! come una ragazzina sciocca (l'avevo già detto?), quella sera sono stata molto contenta :-)


questo è il testo della canzone che prende spunto dal libro di Erri de Luca:

ΠΡΩΤΗ ΩΡΑ

Σαν λουλούδι η ανάσα μου ξυπόλητη αρχή
σ’ ένα αρχαίο χορό έχει στη ρίζα μόνο νερό.
Μέσα στη γλάστρα μου απλώνω κλαδιά,
λες θ’ αγγίξω του Θεού τα μαλλιά
αν κάποιος ξοδέψει για μένα λίγο καιρό.
Τι με ξεδιψάει, ρωτάω κι ανθίζω
ν’ αφουγκραστώ μια ξένη δροσιά να με ποτίσει
με μια γουλιά το χωρισμό μήπως γεμίσει.
Κάθε πρωί όταν ξυπνάω με σπασμένα σκοινιά
μόνο οι χαρακιές στο στόμα του πηγαδιού
δείχνουν πως ήπια νερό.
Στα χνώτα του πρωινού βαφτισμένος
λέω πως ο καθένας μας, γεννιέται ποιητής,
ζει σαν κλέφτης και πεθαίνει διψασμένος.
Δε θέλω ειδήσεις, όχι άλλα σκουπίδια
μόνο τη δύναμη του ανθρώπου που κάθε μέρα
σαν να ευλογεί απ’ την αρχή τα πάθη τα ίδια.
Σ’ ευχαριστώ ζωή μου διψασμένη κι ακριβή
που μου έμαθες πως μόνο ο εαυτός μου δεν μου αρκεί.
Πριν με σπαράξει η δουλειά στο μαξιλάρι μου ψάχνω
του αστεριού μου το φως μια προσευχή να κρατηθώ ζωντανός.
Στα χνώτα του πρωινού βαφτισμένος
λέω πως ο καθένας μας, γεννιέται ποιητής,
ζει σαν κλέφτης και πεθαίνει διψασμένος.
Τι με ξεδιψάει, ρωτάω κι ανθίζω
ν’ αφουγκραστώ μια ξένη δροσιά να με ποτίσει
με μια γουλιά το χωρισμό μήπως γεμίσει.
Σ’ ευχαριστώ ζωή μου διψασμένη κι ακριβή
που μου έμαθες πως μόνο ο εαυτός μου δεν μου αρκεί.

lunedì 6 ottobre 2008

coincidenze algerine

non conosco l'algeria. non ci sono mai stata. le mie nozioni su questo paese si limitano alla mera posizione geografica e al nome di alcune tra le città più importanti. nient'altro.
eppure esercita un fascino enorme su di me. potrei dire che ho cominciato a sentirne il fascino sin da ragazza quando ho cominciato a leggere prima camus e poi cardinal. già allora sostenevo che gli scrittori francofoni nati in questa parte di mondo avessero una sensibilità diversa, più acuita rispetta a quella dei francesi di francia, i cui scritti mi emozionavano meno.

qualche anno fa, nel 2005, durante una mia visita alla fiera del libro di salonicco, ho visitato lo stand di un editore algerino: [barzakh] alla ricerca di qualche bel libro in francese da leggere. Lo stesso editore, Sofiane Hadjadj, mi consigliò Sous le jasmin la nuit di Maïssa Bey :


mai consiglio migliore: è una raccolta di undici racconti, tutti parlano della donna e delle sue difficili condizioni in un paese in cui ancora non le si riconosce un ruolo paritario. Scritti in modo molto originale, con una dolcezza velata di malinconia e di tristezza.

- Dis, est-ce que je peux...?

- Non!

- Pourquoi?

- Parce que...

- Pourquoi parce que?

- Parce que comme ça.

Variante:

- Parce que tu ne peux pas.

- Pourquoi?

- Parce que.

Parce que. Point. Silence.

Ecco, questo breve dialogo tra una madre e sua figlia ha il grande merito di riassumere tutte le motivazioni profonde di ogni tipo di discriminazione e di fornire finalmente una spiegazione a noi, impenitenti, che non ci rassegniamo ad accettarle :-o !

Dopo Sous le jasmin la nuit son venuti altri libri di Maïssa Bey, Entendez-vous dans les montagnes, Cette fille-là, ma anche di altri autori, Nourredine Saadi, con il suo La nuit des origines, Amin Zaoui con Festin de mensonges, El-Mahdi Acherchour con Lui, le livre . E tutti rientrano ormai tra i "miei autori" quelli di cui piano piano mi procurerò tutti i libri e seguirò sino a quando potrò.

Qualche mese fa, per motivi di nuovo, del tutto casuali e per vie completamente diverse, son venuta a sapere di
Nadia Zouaoui, algerina, che ha realizzato un film documento con la regia di Carmen Garcia, prodotto dall'Office Nazional du Film del Canada. Il film non l'ho ancora visto, non riesco a procurarmelo, sono già al secondo messaggio email senza risposta inviato all'ONF, ma in rete ho trovato un breve trailer Le voyage de Nadia.

e algerina è anche la bellissima e bravissima cantante Souad Massi: non guardo mai la tv, ma una sera, in preda alla disperazione più nera, forse, ho acceso quella cosa nefasta, c'era Gianni Morandi, non so in che programma di quale canale, che presentava Suad: è stato amore a prima nota, ascoltatela


magari conoscessi l'arabo :-)

mercoledì 1 ottobre 2008

sfavole


Le favole sono bellissime: quelle classiche non smetteranno mai di incantarci, di ammaliarci, di trasportarci in mondi meravigliosi. Ma sono portatrici di valori forse superati, di comportamenti sociali fin troppo standardizzati e comunque in linea con le idee del potere stabilito. raramente si pongono dalla parte del più debole, del povero, della donna. Se una poverella viene "prescelta" da un qualche principe di passaggio, stai sicuro che prima o poi si scopre che era principessa anche lei.
Nonostante questa mia non accettazione della morale della maggioranza delle favole, mi son trovata a dover assolvere al mio compito di madre leggendole a mia figlia.
Dalla mia noia, dalla ripetitivà (che pure piaceva a Myrta) e dalla voglia di cambiare lo stato delle cose è nato il gioco che facevamo insieme e che ci divertiva moltissimo, raccontare le "sfavole": le favole alla rovescia, quelle che riportano forse un po' di giustizia alle cose, almeno nella fantasia.
La sfavola di cappuccetto rosso è quella che più piaceva a Myrta.